martedì 4 settembre 2007

Itinerario


La linea bianca si riferisce al viaggio di andata, quella rossa a quello di ritorno


..raccontare un viaggio, seppur con l'ausilio delle foto e dei filmati è sempre un impresa ardua, necessita un abile oratoria per descrivere emozioni e sensazioni e comunque mancherebbero i gli odori e le fragranze a coronare il tutto. A quanti mi chiedono com'è andata non so che rispondere; dire bello non sa di niente, dire grande è comunque riduttivo, faticoso non dice tutto, entusiasmante non è completamente veritiero, pericoloso lo è stato solo in parte, emozionante invece per quasi tutta la durata.. Attraverso il blog ho cercato di raccontare più che ho potuto, cercando di soddisfare le curiosità e la voglia di conoscere di quanti non hanno potuto seguirmi, sono state tante le persone che mi hanno ringraziato per averlo fatto. Qualcuno mi ha adirittura detto di aver fatto un regalo all'umanità ma non credo di essere stato in grado di compiere tale opera, credo soltanto che la storia di un viaggio, come tante altre cose, va sempre raccontata perchè c'è sempre chi ha voglia di ascoltarla.

Un immenso grazie a voi che mi avete ascoltato, Simone.

Il viaggio in numeri:


12 le frontiere attraversate
112 i meridiani attraversati
16 i paralleli

1.450 i litri di benziana

4 i litri d'olio consumati

28.000 i km percorsi

88 i giorni di viaggio

2 i continenti attraversati

7 le ore di fuso orario

1.200 le foto scattate

2 ore di ripresa video
5 le interviste rilasciate

3 le gomme di scorta al seguito

75 i controlli di polizia lungo la strada

17 le cadute sullo sterrato

6 i fiumi guadati
5 le etnie incontrate in siberia:
Baschiri
Tuva
Kakassi
Tatari
Buriati
migilaia le altre persone incontrate

1 sola moto

1 solo uomo

martedì 28 agosto 2007

..di nuovo a casa

..dalla Polonia passo in Germania e mi dirigo in Olanda a dare un saluto a Corinne (http://simonechieregato.blogspot.com/2006/06/great-woman.html) che sin da quando ero in Russia mi tempesta di messaggi chiedendomi di andarla a trovare nlla sua nuova casa. Me ne rimango la tre giorni giusto per riposarmi e farmi coccolare un pò (ma non troppo, mi rimprovera subito di non averla invitata in questo viaggio) ma poi prendo la direzione sud. Dopo Bonn incontro Popi, simpatica motociclista greca che con la sua CBF 600 se ne sta tornando in patria, attraversiamo le Alpi svizzere divertendoci sui tornanti. A Bolzano ci salutiamo, lei prende la via per la Slovenia io quella di casa.. Man mano che mi avvicino a casa i ricordi del viaggio affiorano alla mente e quasi non mi accorgo di fare la strada, quanti km, quante le persone incontrate, quanti i volti e gli sguardi che non potrò più dimenticare; Oiun Ertene mentre mi cura il labbro, Bayaraa che mi saluta con le lacrime agli occhi chiedendomi di non dimenticarla e di non dimenticare il suo paese.. come potrei! Se ognuno di loro mi ha dato qualcosa a mia volta ad ognuno ho lasciato del mio, grazie a tutti, grazie a voi tutti che con i vostri messaggi ed i vostri commenti mi avete sostenuto senza accorgervene nei momenti più difficili. Nel cancello di casa Almaty mi aspetta scodinzolando e saltando dalla gioia di rivedermi, io mi sento un pò in colpa di averla lasciata per tre mesi senza avere avuto modo di darle spiegazioni, ma lei sembra non avere risentimenti, è un cane e come tale è fedele.. di nuovo le parole di Dominique mi tornano in mente.

mercoledì 22 agosto 2007

SULLA VIA DEL RITORNO

..dalle sponde del Volga attraverso la penisola del Caucaso ed entro in Ucraina, comincio ad essere un po stanco, dopo tre mesi passati in sella ho male dappertutto e la schiena e' rigida come un pezzo di legno a furia di rimanere ore ed ore tutti i giorni nella stessa posizione. Gli amici ucraini che mi hanno aiutato a guadare i fiumi in Mongolia sono gia' rientrati e mi pregano di passare da loro per un saluto, anche se la deviazione mi costa 1.500 km accetto volentieri. Punto verso sud ed arrivo nella penisola di Crimea che incomincia a fare buio, loro sono ad attendermi, le loro jeep sono pulite ora e pronte per la prossima spedizione. Trascorro con loro un paio di giorni, la sera quando ci si trova tutti insieme si discute della loro prossima avventura: da Norilsk fino alla Tungusha dove nel 1911 cadde quel meteorite che incendio' la taiga e per giorni la rese visibile anche di notte a distanza di migliaia di km, sono ufficialmente invitato! ..vedremo. Riparto puntando a nord-est ma quando sono a L'Viv decido di entrare in Polonia e prendo la strada del Mar Baltico. Cracovia, Wroclav, Varsavia scorrono velocemente ai lati della strada, non mi fermo praticamente mai, una pioggia sottile non mi molla da giorni e non mi va di fermarmi, l'inverno sembra quasi alle porte..

giovedì 16 agosto 2007

FREE BROTHERS

A SPECIAL THANKS TO ALL MY FRIENDS OF SARATOV'S "FREE BROTHERS" BIKE CLUB

Simone Chieregato



..sono a Saratov per la seconda volta ma questa volta non gli sfuggo, un membro dei "FREE BROTHERS" mi si affianca a bordo della sua Dnepr del 74 e mi conduce immediatamente al loro club. Sono orgogliosi di avere un ospite che arriva da cosi' lontano, tutti bravi ragazzi (non bevono se devono mettersi alla guida) mi preparano subito la cena e mi offrono ospitalita' per la notte.



..dopo cena, mentre si beve birra, mi raccontano della loro passione per la moto e dei loro sacrifici per racimolare i soldi per comprarle. Poi i mesi invernali trascorsi nel garage di casa per modificarle e renderle "belle" la loro inventiva non ha limiti, le carene sono fatte con la latta dei fusti dell'olio e poi battute a mano! E' inutile dire che sono completamente rapiti dalla mia moto, le domande si sprecano; ..quanto fa'? ..quanto pesa? ..quanto ..quanto Mi osservano incantati mentre racconto il mio viaggio, quasi tutti mi invidiano e ognuno di loro racconta il proprio sogno di poter avere una moto migliore e magari qualche soldo in piu' per poter viaggiare, con una Ural degli anni 70 e senza soldi non si va molto lontano..


..ma la loro genuina passione per le due ruote e' lodevole, il giorno dopo mi acompagnano in un tour della citta', visitiamo parchi e musei e chiaramente neanche a pensare di mettere mano al portafoglio, sono indiscutibilmente il loro ospite.
..chissa' perche' la generosita' e l'umilta' sono caratteristiche solo delle persone meno abbienti..

venerdì 10 agosto 2007

INCONTRO DIPLOMATICO

..circa due mesi fa', quando passai da Samara, mi recai a visitare il museo Alabin alla ricerca dei fossili di dinosauro scoperti nelle vicine colline Zighuli. Non trovai niente di tutto cio', al museo era in allestimento una mostra di architettura e tutto il materiale esposto era stato temporaneamente rimosso. Tatiana, l'architetto curatrice della mostra mi scambio' per l'assistente dell'architetto italiano collaboratore della mostra e non mi diede il tempo di spiegarle che ero si italiano ma con la mostra, sebbene potesse interessarmi, non c'entravo assolutamente niente! Mi mise in mano un telefono e mi disse: parla!
-..pronto?
-Si pronto- un italiano mi risponde dall'altra parte
-..hem, mi scusi, mi chiamo Simone e sono al Museo Alabin ma probabilmente sono stato scambiato per qualcun altro, con chi parlo?
-E' un piacere incontrarla, mi chiamo Gianguido Breddo e sono il console italiano a Samara.
..mi sembrava di essere in un film, guardo Tatiana e lei mi sorride con complicita'.
-Senta Simone, magari ci possiamo incontrare se non e' di fretta, anche stasera per cena, che ne dice?
-Guardi sono un po' di fretta (non posso mica perdere tempo con tutti i consoli che trovo per strada!), devo andare un attimo qui in Mongolia, magari quando torno indietro, ok?
Spostammo cosi' l'incontro al mio ritorno.
Ieri sera ero di nuovo a Samara e contattato Gianguido anzitempo ci siamo dati appuntamento sul lungofiume in un locale italiano, una decina di persone in tutto compresi mogli e figli, una piccola comunita' italiana sulla riva del Volga. Dall'accento toscano del console concludo che deve essere nativo dalle parti di Siena -no, no- dice lui - a so' veneto purosangue, mama de Treviso e papa' de Padova, a so' nato sol teraio pena fora Treviso, poco prima de Pregansiol! Dopo i se ga sposta' a Firense co gavevo tredese ani e go ciapa' la parlata toscana ma go e raixe venete!-
..dopo tanto tempo risento parlare la mia lingua, e' quasi un tuffo al cuore, da piu' di due mesi sto parlando un idioma anglo-russo-mongolo forgiato in occasione del viaggio!
La serata trascorre veloce tra mille domande e curiosita' da entrambe le parti, alle spalle il grande Volga scorre tranquillo mentre il sole al tramonto sembra affogarvisi dentro..

mercoledì 8 agosto 2007

MERICANI


..a Novosibirsk incontro due mericani, vengono dal Colorado (ho chiesto: colorado di che colore? non me l'hanno saputo dire) Micheal 65 anni con una KTM 950 e Justin, 40 anni di meno (e' il figlio) ma stessa moto. Decidiamo di fare un po' di strada insieme, loro sono diretti in Inghilterra dove voleranno di nuovo negli States. E' divertente vederli viaggiare, loro hanno tutto grande (sono mericani!) e le loro facce pulite e la mascella quadrata contrastano con il circostante. Mi regalano un adesivo con la sigla del loro paese che io provvedo immediatamente ad appiccicare sulla moto ma troppo vicino aquello dell'Iran che comincia ad emanare scintille e fare fumo, non si sopportano proprio. Arrivati a Tumen un motociclista locale ci viene incontro, e' il presidente della filiale dei Totenkopf di Ekaterinburg (un bikersclub per capirci) e visto che siamo diretti proprio ad Ekaterinburg si propone di accompagnarci e ci invita a trascorrere la serata al loro club. Accettiamo ma i mericani sono ignari di cosa spetta loro, arriviamo ad Ekaterinburg in serata, e un gruppo di motociclisti (avvisati anzitempo) ci aspetta all'ingresso della citta' con moto rombanti e signorine dai facili costumi adagiate sul sellino posteriore. Il presidente del club ha una scritta sulla schiena del giubbotto che dice: se leggi questa scritta vuol dire che la troia e' caduta. Mi sembra che non manchi niente! Ci accompagnano al ristorante dopo averci fatto fare, orgogliosi, un giro della citta'. Il locale e' gestito da un azerbaigiano che solo a guardarlo in faccia gli daresti 20 anni di galera e Micheal che non parla una parola di russo si ostina a chiedere al fratello del gestore che cosa gli sia capitato visto che ha entrambi gli avambracci spezzati, lo trascino lontano con forza promettendogli che la spiegazione gliela daro' all'indomani ma Micheal si ostina a non capire. Terminata le libagioni il presidente del club annuncia, con un tono che non ammette repliche: ora si va a bere! Aiuto mama.. Alla sede del club le signorine dai facili costumi (ma oltre che facili sono succinti visto che hanno delle minigonne che sembrano delle panciere tirate un po' piu' giu' e dei reggiseni che se parte un elastico ci decapita tutti) sono in abbondanza e ridacchiano in continuazione tra di loro, i mericani non capiscono che cosa ci sia da ridere.. Hanno inizio le danze, si stappa la prima bottiglia di vodka, NAZDAROVJA!!! E vanti cussi' pa un bel toco. Sergej, il presidente, offre una ragazza ad entrambi gli ospiti venuti da oltre oceano ma i mericani rifiutano educatamente, il rischio di impeachement e' troppo alto. I russi si guardano tra loro e non capiscono poi qualcuno ricorda il pompino fatto dalla Lewinski che cosa ha scatenato e concludono che i mericani sono veramente strani, allora si continua con la vodka. Evito con nonchalanche un paio di giri ed un altro paio li verso sotto il tavolo ma 5/6 me li devo bere e dire pure che era buona, a fine serata conto 7 bottiglie di vodka vuote, eravamo neanche 10 persone, Micheal (che nel frattempo e' stato soprannominato "babuska" che significa nonno) dorme fragorosamente su un divano, Justin seduto su una poltrona ga i oci crepa' come cuei de gato silvestro. Quando tutti se ne vanno (quasi all'alba) stendiamo i sacchi a pelo e dormiamo nel locale, c'e' un fumo che quasi non ci si vede..

domenica 5 agosto 2007

..L ULTIMA PROVA!







..impiego circa 9 giorni a risalire lungo la pista che taglia diagonalmente la Mongolia da Ulaanbaatar in direzione Nord-Ovest fino al confine siberiano con i monti Altai, la via piu' suggestiva dal punto di vista panoramico ma sicuramente la piu' difficile, ho una media di non piu' di 150 km al giorno! Arrivato quasi al confine dopo essermi insabbiato ripetute volte, rimane la prova piu' difficile da superare; il guado di ben 5 fiumi! Spero che la pioggia regga e che non ingrossi ulteriormente i fiumi senno' dovro' tornare indietro.. Alla sera incontro una spedizione ucraina, 3 fuoristrada e 9 persone, hanno lo stesso problema ma con le jeep e' tutta un altra faccenda. Il giorno successivo si parte insieme ma quando arriviamo al primo guado rimaniamo esterrefatti, e' largo piu' di 100 m e quando entriamo nel greto per sondare il fondo l'acqua ci arriva alla cintola.. Evjenii, capo della spedizione ha un idea; se passa una delle nostre auto puoi passare anche tu!
-..e come?
Tendiamo un cavo d'acciaio tra un auto e l'altra nelle due sponde opposte del fiume, fissiamo delle carrucole alla moto e le agganciamo al cavo d'acciaio, la moto scorrera' lungo il cavo senza essere travolta dalla corrente, a noi solo il compito di spingerla fino all'altra sponda..
Se pur malvolentieri ma accetto, non ho alternativa, ma il rischio che si corre e' alto ..se qualcosa va storto perdo inesorabilmente la moto. Dopo mezz'ora il cavo e' pronto ed agganciamo la moto dopo aver accuratamente chiuso il collettore di scarico e quello di aspirazione, entriamo in acqua in 5 persone, la resistenza che oppone la moto alla corrente e' tanta, l'acqua tenta di scavalcarci e le due auto tendono ad avvicinarsi trascinate dal cavo in tensione.. impieghiamo 5 interminabili minuti per attraversare ma alla fine ce la facciamo, cosi' per 5 volte!
Alla fine della giornata sono esausto, 14 ore per fare 40 km, sono bagnato fino al midollo ma la frontiera siberiana e' all'orizzonte.
E' stata dura lasciare questo meraviglioso paese, in tutti i sensi..

lunedì 23 luglio 2007

..PERDUTI..



..sveglia all'alba e si procede in direzione nord-est, un ultimo sguardo alle dune e poi via con il vento in poppa, dopo 40 km faccio presente a Kurt che ha la catena lenta e ci fermiamo a tirarla, lasciamo andare i 6 veicoli in testa ed aspettiamo Suke alla guida del veicolo scopa sempre in coda al convoglio, e' lui che ha tutte le valigie e gli attrezzi. L'operazione richiede mezz'ora dopodiche' ripartiamo subito a raggiungere gli altri, dopo 25 km non li abbiamo ancora raggiunti, per evitare di perderci ci fermiamo ad aspettare Suke, lui sa la strada ma dopo mezz'ora di attesa Suke non compare all'orizzonte.. quattro giorni dopo verremo a sapere che aveva preso una scorciatoia per raggiungere gli altri. Aspettiamo un altra ora ma niente, decidiamo di adottare la regola di quando ci si perde, si ritorna all'ultimo posto dove si era stati insieme ovvero dove avevamo tirato la catena. Facciamo due conti, non si accorgeranno di averci perso prima di due ore (quelli davanti credono di averci dietro e Suke crede di averci davanti), altre due ore per venirci a prendere significa che dovremmo attendere almeno 4 ore. Il cielo si si fa plumbeo e dopo mezz'ora scende una pioggia torrenziale, noi in pedi come due imbecilli che non sappiamo dove andare a ripararci.. attendiamo fino a sera ma non passa neanche un veicolo, solo un grosso fuoristrada francese che ci dice che i due fiumi piu' a est sono spaventosamente ingrossati causa della pioggia e se attendiamo qualcuno da quella parte non sara' in grado di arrivare nessuno prima di due giorni. Rimaniamo esterrefatti, bloccati in mezzo al deserto del Gobi senza acqua, benzina, mappe, cibo.. niente di niente, tutti i nostri averi sono nei veicoli del convoglio! Quando scende la notte lasciamo una moto sulla pista, visibile nel caso qualcuno ci venga a cercare ed una freccia fatta con i sassi ad indicare la direzione dove ci siamo spostati, cerchiamo rifugio in una ger. Mentre si beve latte di cavalla appena munto facciamo un piano per il giorno dopo, domani si parte e si torna indietro lungo la strada dove siamo venuti. Dirigendoci verso il villaggio piu' vicino dove troveremo benzina si procede a vista, si raggiunge una ger e indicando su di un pezzo di carta il nome del villaggio da raggiungere, il proprietario indica un altra ger appena visibile all'orizzonte, la ce ne verra' indicata un altra, cosi' fino al villaggio. Cerchiamo di guadare i fiumi piu' a monte possibile ma l'operazione richiede ore, si fa passare una moto e poi un altra, il fango ci attanaglia senza sosta ma al tramonto siamo al villaggio. Una signora australiana ci regala 100 dollari e compriamo un liquido maleodorante che spacciano per benzina, Jucerday e' recalcitrante a bersi quella roba ma non c'e' scelta, con un telefono satellitare di un tedesco mandiamo uno sms al gruppo informandoli della nostra decisione; ci vediamo alla capitale appena possibile, noi stiamo bene. Tentiamo la risalita verso nord, e' l'unica pista che credo di ricordare, quella fatta all'andata, senza mappe e gps non abbiamo alternativa. Individuo la pista quasi subito, quello che all'andata era fango ora si e' trasformato in pietra ma quello che era terra e' diventata sabbia fine come il talco, mentre la moto di Kurt galleggia bene Jucerday con il suo peso tenta sempre di sprofondare, faccio i 650 km da Dalanzagdad fino ad Ulaanbaatar quasi sempre in piedi. Dopo 4 giorni siamo ad Ulaanbaatar, Kurt riabbraccia la moglie Anita in lacrime, io da lontano, commosso ed un po' imbarazzato rimango a guardare mentre picchietto con le dita sul serbatopio della moto.
Anita mi ringrazia per aver riportato indietro Kurt, io le dico che il merito e' stato di entrambi, quello che non le dico e' che avrei desiderato anch'io qualcuno ad attendermi quel giorno..

GOBI DESERT!!!



..arrivo a Dalanzadgad e mi do da fare a cercare un fuoristrada su cui caricare i bagagli con un autista valido che mi conduca attraverso il deserto di dune fino a raggiungere l'antica capitale mongola, Karakorum, niente da fare! Niente di cui cerco e' presente in questo remoto villaggio..
Ma la fortuna mi assiste (almanco sta volta!) e incontro una carovana di 7 fuoristrada che stanno portando a spasso per il deserto gli invitati di due neosposi, lui francese e lei mongola, mi unisco a loro immediatamente visto che seguono il mio stesso itinerario! Che segue il convoglio c'e' Kurt, amico norvegese della sposa, ha preferito noleggiare una moto, viaggia su una vecchia XT 600.
Libero Jucerday dai bagagli (cosi' e' stata battezzata la mia moto dagli autisti dei fuoristrada, in onore del valoroso generale braccio destro di Gengis Kahn) e le sospensioni si alzano di quasi 10 cm, finalmente dopo 45 giorni le tolgo quel pesante fardello che si porta in groppa da quando siamo partiti!
Sembra rinata, lungo la pista seguo il convoglio sul alto destro a distanza di 100 m e Kurt su quello sinistro mi guarda incantato, guido a briglia sciolta, da dietro la gomma posteriore i sassi e le zolle di fango volano alti 20 m, Jucerday si arrampica sui pendii erbosi come se cercasse da sola la strada ed io la lascio andare prodigandomi in numeri da circo, guado un paio di ruscelli a 120 all'ora scatenando una nuvola di vapore quando l'acqua inonda il motore, gli autisti costantemente con il braccio fuori dal finestrino ed il pollice alzato, mai visto un cavallo cosi' imbizzarrito!
Quasi al tramonto del secondo giorno raggiungiamo le dune di sabbia, alcune sono alte 800 m, e' uno spettacolo unico, modellate dal vento e dal tempo sembrano una lunghissima sciarpa di cachemire lasciata cadere dal cielo.. Pianto la tenda ai margini, la notte uno spettacolare cielo stellato sembra cadermi addosso da un momento all'altro, il vento canta una dolce musica..
Anche stavolta ce l'ho fatta!
Prima di mettermi a dormire penso a dove mi portera' la tenacia la prossima volta, saro' in grado di non confondere la determinazione con la testardaggine senza piantarmi in qualche altro casino?

sabato 21 luglio 2007

DALANDAZDAG



..la strada che conduce da Ulaanbaatar a Dalandazdag ai margini sud orientali del deserto del Gobi e' lunga 650 km e con le pioggie di luglio si e' trasformata in un enorme interminabile palude..
Sbaglio la pista due volte ma al terzo tentativo imbocco quella buona, giusto un ora prima che il GPS mi abbandoni definitivamente totalmente pieno d'acqua..

..il primo giorno me la cavo abbastanza bene ma il secondo le forze mi vengono a mancare, troppo faticoso guidare in queste condizioni, sono stanco, a volte impiego anche due ore a liberare la moto dal fango..



..cado due volte ma la terza e' quella fatale, sbatto con la faccia sul cupolino, bocconi sul terreno un liquido caldo e dolce mi invade la bocca.. ho il labbro superiore spaccato il due a giudicare ad occhio mi servirebbero almeno 2 punti e la spalla sinistra deve essere slogata, mi tornano in mente le parole di Dominique incontrata qualche giorno prima "sei nato nell'anno del cane e come un cane sei fedele alle tue decisioni, in qualche caso anche fino alla morte", desisto dal raggiungere il Gobi..




..non so dove mi trovo e chiedo ospitalita' in una ger, Oiun una ragazzina di soli 14 anni si prende cura amorevolmente di me ponendomi un impasto su tutta la bocca (dall'odore deve essere fatto al 99% con merda di capra) e a notte fonda quando ritorna il padre, discendente in linea diretta di Gengis Kahn, con una ginocchiata mi sistema la spalla, ho creduto che mi avesse strappato il braccio..
Il giorno dopo, sempre con l'aiuto di Oiun, cerco di sistemare la moto, all'appello mancano 2 fendinebbia, 1 freccia, il cupolino l'ho spaccato con la bocca, il GPS non da segni di vita e la bussola che avevo nel taschino e' completamente frantumata..



..rimango con loro 2 giorni cercando di darmi da fare nella mungitura delle capre ma il terzo mi sento in forze e me ne parto, fanculo anche le parole di Dominique, punto ancora verso il deserto del Gobi..

sabato 14 luglio 2007

NAADAM 3



..si vede prima la nuvola di polvere, poi il terreno comincia a tremare, quando arrivano fanno impressione, cento cavalieri lanciati al galoppo. Arrivano dopo 32 chilometri fatti al limite delle loro forze, i cavalli sono grondanti di sudore ed i bambini (da 5 a 10 anni) che li montano hanno il viso irriconoscibile nero di polvere, tagliato il traguardo il vincitore viene acclamato dalla folla mentre un gruppo di persone si precipita sul cavallo per raschiare il sudore con un becco di pellicano..

..mentre li osservavo cercavo di immaginare l'orda di cavalieri che 800 anni fa imperversava su queste terre seminando panico e terrore dal Mar del Giappone alla Polonia, dovevano veramente fare paura. Cavalieri in grado di cavalcare giorno e notte, capaci persino di dormire a cavallo, potevano scoccare frecce anche tirando all'indietro..

..un detto mongolo dice che i mongoli imparano prima a cavalcare che a camminare, ho visto in sella bimbi di tre anni, incredibile! Toccante come un animale cosi' sia diventato parte integrante della loro vita, non se ne liberano mai, sono quasi un tutt'uno. Difficile trovare un mongolo che non abbia le gambe storte..


giovedì 12 luglio 2007

NAADAM2

..non ci sono categorie di peso in questa lotta cosi' semplice ma basata su un preciso gioco di equilibrio e forza, chiaro che alla finale si ritrovano soltanto i pesi massimi, uomini che rasentano i 2 metri di altezza e superano di gran lunga i 130 kg di peso ..ho provato a gareggiare con qualcuno di loro ma ho pensato di risparmiarvi le umilianti foto, al primo round sono stato lanciato come un freesbee!
NOTA: narra una leggenda che molti secoli orsono, una giovane amazzone in un torneo di lotta sconfisse tutti i 511 lottatori, da quella volta la giacca dei lottatori e' aperta sul petto scoperto per scoraggiare eventuali donne a gareggiare.




NAADAM


..il braccio sinistro teso e rigido come un ramo di quercia, la mano destra sembra tirare senza difficolta' la corda che va a piegare l'arco fatto di strati di corna ed ossa, gli occhi aperti poco piu' di una fessura paiono chiusi sembra quasi che le frecce vengano condotte al bersaglio (distante 100 metri) con il pensiero!

PS: le donne, temibili concorrenti, vengono fatte gareggiare separatamente per evitare figuracce agli uomini





martedì 10 luglio 2007

TERELJ2

..mentre cammino la camomilla che calpesto emana una fragranza inebriante, i ciotoli mossi dalla corrente del fiume creano una musica celestiale, il TENGER (il cielo) forma disegni diversi giocando con le nuvole..

TERELJ


..aspettando il Naadam mi aggiro nei dintorni della capitale, ogni scorcio e' emozionante ed ogni incontro mi lascia qualcosa che conservero' per sempre..

CAVALLI


..sono meravigliosi questi animali, alti al garrese neanche un metro e mezzo ma sono in grado di avere 5 andature a differenza dei normali cavalli che ne tengono solo 4, in grado di cercarsi il cibo scavando sotto la neve non si stancano mai di galoppare..

MONGOLIA!!!


15.000 chilometri
800 litri di benzina
32 giorni di viaggio
7 ore di fuso orario
2 continenti attraversati
1 meraviglioso sogno avverato!

mercoledì 4 luglio 2007

ULAN UDE'




Ula Ude', capitale della Repubblica Autonoma dei Buriati, e' grande piu' dell'Italia ed abbraccia completamente il Lago Bajkal su tre lati. E' appunto questo lago qui che fa da padrone influenzando tutto e tutti, tempo compreso. Le sue acque ricche di pesce (in buriato Bjkal significa appunto pescoso) sono cosi' limpide che a navigarlo si soffrono le vertigini, si riesce a vedere il fondo fino a 40 metri di profondita'. La pietanza per antonomasia qui e' l'omul, pesce vagamente simile ad un cefalo che viene mangiato essiccato o affumicato
PS: al mattino nel caffelatte e' una leccornia

martedì 3 luglio 2007

IRKUTSK



1.200 km di taiga separano Krasnoyarsk da Irkutsk.

A Krasnoyarsk incontro Mikel, motociclista basco diretto a Vladivostok dove poi prendera' un traghetto che lo portera' in Corea del sud e da li proseguira' via aerea (con moto al seguito) per il Canada. Ci diamo appuntamento da qualche parte ad Irkutsk, lui decide di fare la traversata in due giorni, io chiaramente sono piu' furbo e decido di farla in un giorno solo! Parto il giorno seguente alle 10 del mattino, l'asfalto e' incredibilmente buono e decido di aumentare una tacca sull'acceleratore, i primi 300 km volano in un baleno, dopo due ore e mezzo ho gia' fatto un quarto di strada! Poi pero' l'asfalto sparisce nel nulla, la carreggiata si trasforma in due profondi solchi, al primo che incrocio chiedo per quanto ce n'e' ancora di questo trambusto -tristo' kilometra- ..300 km!? Non ci credo anche se so che e' vero, dopo 6 ore sono ancora che salto su quelle buche infernali e comincia a piovere, e' la ciliegina sulla torta. Alle otto di sera, una volta ritrovato l'asfalto, un minuscolo hotel spunta dal nulla e decido di fermarmi, raggiungero' Mikel con un giorno di ritardo. Quando apro la porta d'ingresso sembra di essere nella sala d'attesa della stazione di Bombay, adulti e bambini strillanti accalcati che aspettano per avere una camera ma solo pochissimi di loro l'avranno, cerco di impietosire la ragazza alla reception e le chiedo se per lo meno posso stendere il sacco a pelo da qualche parte ma non acconsente, siamo veramente in tanti non ci stiamo piu'. Rim0nto in sella e decido di proseguire, dopo tre ore il sole se ne va e i rimanenti 600 km li faccio di notte sotto una pioggia che non ne vuole sapere di smettere. Arrivo in citta' che albeggia dopo 18 ore di moto, l'hotel piu' lussuoso non me lo toglie nessuno oggi, costi quel che costi! Li passo tutti al setaccio, neanche una stanza libera, neanche a pagarla oro.. Un tassista mi indica un ostello, non sara' un gran che ma vale la pena di provare, quando vedo l'ingresso mi crollano le braccia, manca solo la scritta "lasciate ogni speranza o voi ch'entrate". Hanno ancora un letto ma in una camerata da 12, mentre sistemo le mie cose una testa si alza da un fagotto di coperte, e' Mikel! -ciao amico mio, allora ce l'hai fatta, ormai non ci speravo piu..- e mi abbraccia..

sabato 30 giugno 2007

KRASNOYARSK

..passa anche da Krasnoyarsk lo Yenisey, uno dei fiumi piu' lunghi e possenti della terra, prima di andare a sfociare nel Mar Glaciale Artico.
Strozzato da dighe tra le piu' grandi al mondo ed avvelenato fino quasi alla morte non ghiaggia piu' neanche quando qui la temperatura d'inverno scende a 40 gradi sotto zero..
Nonostante questo le sue acque scure e tumultuose incutono ancora rispetto e le pareti di roccia che si elevano dal suo greto lo fanno sembrare una larga via verso l'infinito..

ABAKAN

Abakan, capitale della Repubblica Autonoma di Kakassia, non ho osato chiedere come si chiamano gli abitanti di questo paese..
E' grande quanto l'Irlanda ma se la percorri da da sud a nord sembra anche di piu', distese senza limiti di colline e pascoli punteggiate da betulle e siti monolitici affogati negli arbusti, custodi di memorie e saggezze forse irrimediabilmente perdute.
In alto, in silenzio, volando in cerchio sorvegliano le aquile.

KIZIL



Kizil, capitale della Repubblica Autonoma di Tuva, per la prima volta vedo i russi in minoranza, qui infatti i tuvani corrispondono a circa il 70 per cento della popolazione. Di lingua turca ma per tradizione e cultura molto simili ai mongoli, sono di fede religiosa sciamanico buddista ma bevono piu' dei russi.
Insomma un "incalmo" di popolo!
Un detto dice che se si ritaglia una cartina dell'Asia e la si pone sopra uno spillo in corrispondenza di Kizil, la cartina sta in equilibrio da sola, sono nel centro geografico dell'Asia!

SHUSHENKOYE

..ogni buon cittadino sovietico sa che a Shushenkoye, piccolo paesino perso nella siberia incastrato tra le Repubbliche Autonome di Kakassia e Tuva, visse per tre anni in esilio il signor Lenin e per essere tale, ogni buon cittadino sovietico, vi si dovrebbe recare almeno una volta nella vita!
..piu' o meno come fanno le persone di fede islamica con la Mecca.
La visita al museo a cielo aperto, che rappresenta fedelmente il piccolo villa ggio com'era al tempo, incomincia pressapoco cosi': ..in questo paese visse per tre anni l'uomo piu' intelligente della russia.
Mi venne voglia di andarmene all'istante! Avevo gia' sentito la filastrocca quando visitai il museo di Gori in Georgia, paese natale di Stalin, ma poi decisi di resistere e di stare al loro gioco sprecando elogi e complimenti nei confronti di codesta mente sopraffine uomo dotato di talento e lungimiranza, connubio di rare doti in una sola persona!
Risultato, al termine della visita guidata (hanno poi chiamato la guida che parlava inglese che quel giorno era a casa in ferie) la direttrice del museo mi ha chiesto un intervista;-)
La troupe si e' preparata nel giro di pochi minuti e ho risposto con diligenza e accondiscendenza a tutte le loro domande ma all'ultima mi sono guadagnato la tessera del partito, alla domanda -cosa ne pensa della Russia oggi?- ho risposto citando la famosa frase -..la russia e' difficile da capire, si puo' soltanto avere fiducia in lei, ed io ne ho fiducia-.
Mi hanno promesso anche la cittadinanza onoraria!
Ora sono l'italiano piu' famoso in Siberia dopo Toto Cotugno!!!

PS: probabilmente si era sparsa la voce di un italiano pazzo che si aggira per la Siberia e nei giorni a successivi sono seguite altre 4 interviste (chiaramente per motivi diversi tra loro) da parte di tv locali, la cosa mi conforta, ho capito che anche loro non hanno molto da offrire come programmi televisivi!

venerdì 22 giugno 2007

TOMSK




Tra i vari festeggiamenti che si fanno in Russia inerenti alla seconda guerra mondiale si commemora anche la data dell'entrata in guerra. Sono a Tomsk, 2000 km a ovest del lago Bajkal, nel cuore della Siberia e queste persone oggi, dopo 66 anni, commemorano quel giorno. Il culto di Stalin non e' morto per niente, anzi, ma quello che mi ha colpito di piu' e' stato poter incontrare una Strega Volante, una di quelle donne che per prime pilotarono dei velivoli nell'aviazione russa durante la guerra. 89 anni ancora lucidissima e tutta d'un pezzo mi ha mostrato con orgoglio tutte le riconoscenze che si e' guadagnata in battaglia ..che femena!!!

giovedì 21 giugno 2007

NOVOSIBIRSK


Ecco dove sono finiti tutti gli italiani che mancano, a Novosibirsk!
Alla reception dell'hotel incontro Egidio, designer, passeggiando per la citta' Fabio riconosce l'accento italiano della mia voce (strano non mi sembra di avere un tono di voce alto..), lui direttore d'orchestra a San Pietroburgo ma dirigera' un concerto domani sera qui al teatro di Novosibirsk, sono invitato ma non posso rimanere allora mi rinnova l'invito a San Pietroburgo e mi lascia il suo indirizzo. Rosalba sapevo che c'era e mi presenta Laura, Sara e Mariarosa.
Chiaramente alla sera sono a cena con le ragazze;-)

OMSK


..670 km separano Omsk da Tyumen, i boshi di abete nero sono praticamente scomparsi, rimangono quelli di betulle e gli stagni. Comincio a non apprezzare piu' cosi tanto gli acquitrini formati dal disgelo, nelle giornate calde come oggi si alzano delle colonne scurissime dall'acqua, a prima vista sembra fumo poi ci si accorge che sono zanzare ..sono terribili! Affamate come non mai, mi si scagliano praticamente addosso ad ogni sosta che faccio, si infilano dappertutto cercando un centimetro di carne scoperta dove potersi infilzare! ..non ho mai visto una cosa cosi', anche loro probabilmente non hanno mai visto uno considerata la fame che hanno.

TYUMEN


Seduto in groppa agli urali se siguarda verso est mentre alle spalle si stendono le pianure del Volga di fronte si apre la Siberia. Pensare che da qui si protrae fino al mare del giappone per 15.00 km mi sento una nullita'. Salgo in sella e la affronto, niente di cosi' preoccupante, se mi fosse stato chiesto di darle un nome l'avrei chiamata Paradiso. Ma avrei commesso lo stesso sbaglio che fece Vasco de Gama quando attraverso' quell'oceano che poi si rivelo' tra i piu' burrascosi del pianeta, ma in quella stagione era calmo e lo chiamo' Pacifico. Una distesa piatta interrotta da boschi di abete nero alternati a boschi di betulle, ma quel che piu' mi affascina sono gli aquitrini formati dal disgelo, quasi degli autentici laghi da dove numerose specie di uccelli migratori spiccano il volo sorvegliati dall'alto dalla preistorica grazia del volo degli aironi.

EKATERINBURG


..non credevo di vedere ancora delle persone piangere alla Chiesa del Sangue, luogo del massacro dell'ultimo Zar di Russia, soprattutto non pensavo ci fossero delle persone che potessero piangere per un regnante che non avesse cosi' tanti riguardi per il popolo, non che poi il regime comunista ne avesse avuti di piu'! Poi scavando nei ricordi mi e' tornato in mente di quanti avessi visto piangere al mausoleo di Lenin a Mosca, delle persone in lacrime al cimitero di Predappio dov'e' sepolto Mussolini, anche ad Hammameth ho visto gente asciugarsi gli occhi dopo aver posato un garofano rosso sulla tomba di Craxi. Credo che in ogni caso quando qualcuno muore, chiunque sia, ci sara' sempre qualcuno che piange per esso..

sabato 16 giugno 2007

CHELYABINSK 2


..hem, mi ero dimenticato di dirvi di fare una prova di frenata dopo aver rimontato la pompa dell'ABS e prima di rimettervi in marcia!





Dopo aver caricato la moto, accendo e mi appresto a partire. C'era una forte discesa per immettermi nella strada, al momento di fermarmi mi accorgo che i freni pompano a vuoto! Mi si e' rivoltato lo stomaco dal panico, come cazzo si ferma una moto di 500 kg se i piedi non toccano neanche terra!? Non so per quale assurdo motivo imbocco la strada in contromano, un camion sbanda paurosamente per non centrarmi in pieno, passo per questione di centimetri tra il camion ed il tram che sopraggiungeva in quel momento e la mia corsa si ferma dopo 100 metri. Ero frastornato, le macchine che continuavano a suonarmi e a dirmi che ero nel verso sbagliato, dopo alcuni minuti in una pausa del traffico riesco a riportare la moto sul ciglio della strada, sono salvo.

Chiamo Margharet e le dico se puo' venire, lei parla perfettamente inglese, dopo 5 minuti e' li e mi accompagna ad un concessionario BMW (cazzo, se sapevo prima che c'era!), mi vengono a prendere la moto con un carro attrezzi e la portano da loro ma sono gia' le 5 del pomeriggio di sabato, ce la farete a sistemarla? Chiedo a Vitali il capofficina -non so vedremo dipende dal mio capo, senno' se ne riparla lunedi-. Cinque persone si tuffano sulla moto e cominciano a pompare olio da tutte le parti ma dopo un po mi dicono che qualcosa non funziona, che siano state invertite le canette dell'olio sulla pompa? Ho un flash e mi viene in mente Albiert che mi dice -le ho sistemate io le canette-, sei sicuro Albiert? -si guarda non possono andare che cosi'!-, do un occhiata e mi sembra bene, ma evidentemente non era cosi'. Spiego a Vitali l'accaduto e mi dice che devono andare per tentativi non avendo a disposizione uno schema dell'impianto frenante, ma sono le 8 di sera ed il capo dice loro di andarsene. Vitali dice che si ferma a finire e con lui anche i suoi colleghi, tanta disponibilita' mi gonfia il cuore e mi offro di andare al vicino supermercato a comprare qualcosa da mangiare per loro, ritorno e c'e' un altra moto smontata in fianco alla mia. Vitali, e questa di chi e'? -E' del capo, ha lo stresso impianto frenante del tuo e l'abbiamo smontata per copiare, se lo sa il capo che abbiamo toccato la sua moto ci licenzia tutti!- E poi ride. Alle 10,30 di sera mi riconsegnano la moto, soddisfatti, io non so come ringraziarli. Chiedo quant'e' la spesa e mi dicono niente, l'abbiamo fatto volentieri, siamo motociclisti anche noi e capita a tutti di avere bisogno, consideralo come un regalo da parte nostra. Sono commosso, non me l'aspettavo, mi stringono la mano e mi dicono DASSVIDANIA!

Grazie Vitali, grazie Margharet che mi ha aspettato per tutto il tempo, grazie a tutti voi.

CHELYABINSK


Avete mai provato a sostituire il filo dell'acceleratore di una BMW 1150 GS?

No!?

Bene allora sappiate che dopo avere tolto la sella ed il serbatoio dovete togliere la batteria, la centralina dell'ABS ed il supporto che le sostiene, dopo 3 ore di lavoro troverete dov'e' collegato il cavo e dopo averlo sostituito ne impiegate altre 3 per rimontare il tutto come prima! Ah, se volete che vi riesca bene vi dovete mettere a lato di una strada trafficatissima e magari aspettare una giornata di pioggia, vedrete, sara' divertentissimo!

Per fortuna c'era Albiert a darmi una mano, se non c'era lui non avrei mai potuto ricostruire una canetta della benzina, che mi si era rotta lavorando, con la gomma di una pompa da bicicletta che fortunatamente aveva in macchina, grazie Albiert!

UFA


Ufa, Capitale della Repubblica Autonoma del Baskhorostan, tipi strani questi Baskhiri.. alle gia' 34 lettere dell'alfabeto cirillico russo, non contenti ne hanno aggiunte altre 9!


Risultato: quel poco di cirillico che avevo imparato non mi serve quasi a niente, vabbe' lo impareremo.


Stranamente qui e' Baskira soltanto il 30% della popolazione, che fine hanno fatto gli altri?


Bisognerebbe chiederlo (se fosse ancora vivo) a quel signore con i baffi ..come si chiamava? ..hem, si', Stalin! Ma lui sicuramente direbbe che se ne sono andati di loro spontanea volonta'..


Che si fosse incazzato con loro per via di quelle 9 lettere che hanno voluto aggiungere all'alfabeto!?

SAMARA


In mancanza di poliziotti qui a Samara mettono quelli finti!

..per farmi ridere quand'ero bambino mio nonno mi raccontava di quando, non avendo formaggio, nella trappola per topi mise la fotografia del formaggio. Il giorno dopo nella trappola trovo' la fotografia di un topo!

Chissa' cosa prenderanno loro!?

martedì 12 giugno 2007

SARATOV


Inutile cercare di spiegare qualcosa di grande, non ci si riesce, anche a vederlo si fa fatica a comprendere, questo e' il Volga! Sono in sella da quasi 10 giorni, mi sto curando una vescica al culo che non mi da tregua e le tre gomme legate subito dietro la schiena mi danno una sferzata ad ogni buca che prendo ma non importa, il piacere che da la visione di queste terre va oltre.

domenica 10 giugno 2007

KIEV


Arrivo a Kiev in serata e la citta' si presenta elegante come sempre, Piazza Maidan sa dare una accoglienza avvolgente come altre poche piazze. Gli hotel sono stracolmi e riesco a trovare una camera a malapena, a giudicare dai bigliettini da visita sparsi su tutto l'albergo che reclamizzano agenzie matrimoniali con foto di prosperose ragazze ucraine mi pare di capire che la clientela sara' composta per la maggior parte di scapoli europei in cerca di moglie.. non mi sbagliavo e per la maggior parte tutti italiani! Ma che cazzo succede, non siamo piu' capaci di trovarci una donna che la dobbiamo andare a comperare a Kiev come le vacche al mercato? Vabbe'! Al mattino mi sveglio di buon ora e becco giusto la parata di fine anno scolastico, migliaia di ventenni che sfilano nella piazza a rappresentanza di tutti gli istituti superiori; tecnico, scentifico, artistico pure quello di educazione fisica due classi completamente vestite una con la maglia del milan e un altra con quella della juve ..che tristezza! In compenso pero' Tania (che sono passato a salutare) mi rallegra la giornata con la sua dolcezza ed io rallegro la sua con i regali portati per conto delle sue amiche in Italia, a guardare la sua faccia basita e gli occhi grandi di stupore mentre strappava l'incarto delle scatole non ho saputo trattenere le lacrime, mi sembrava di vedere un bimbo sotto l'albero di natale.

giovedì 7 giugno 2007

Bucovina


Cerco di recuperare un po del tempo perduto ad attendere quel documento cosi mi passo completamente due giorni in sella a scorazzare prima nella puszta ungherese e poi attraversato il confine ucraino sul fiume Tibisco salgo in groppa ai Carpazi. Il tempo non e' stato clemente, due temporali (uno sul Lago Balaton e l'altro dopo Budapest) hanno rischiato di farmi affogare dentro il casco. Sono al sud dell'Ucraina ora, nella regione della Bucovina la citta' si chiama Ivano Frankovsk, immersa nel verde delle foreste di faggi e punteggiata dai covoni di fieno e dai nidi di cicogna questo posto ha una bellezza primordiale. Peccato che in Italia non si riceva la seconda rete televisiva ucraina, stasera c'ero anch'io in televisione; una troupe mi ha intervistato durante una mega festa in occasione dell'inaugurazione di una stazione di servizio, e' andata pressapoco cosi':
D. cosa ne pensa di questo opening?
R. e' una bella idea, sicuramente un'acuta strategia di marketing, in Italia non ci abbiamo mai pensato.
D bene, grazie.
..mi scusi posso fare io una domanda ora? Cosa mi dice della situazione politica in Ucraina?
Le telecamere ed i microfono si spengono e la signora free lance con un sorrriso mi congeda invitandomi ad assaggiare tutto quel ben di dio che c'era nelle tavole imbandite per l'occasione.

martedì 5 giugno 2007

Trieste


Attendevo un permesso d'ingresso dalla Mongolia di conseguenza la prima tappa obbligata è stata Trieste dove ha sede il Consolato Onorario di Mongolia. E' stata travagliata e drammatica la storia di questa citta, soprattutto negli ultimi decenni, gli attuali confini sono stati tracciati definitivamente soltanto nel 1954, gli inglesi che facevano da supervisori, sezionando senza pietà qualsiasi cosa si trovasse nella traiettoria.. perfino i cimiteri, molti italiani da quel momento si sono trovati a dover esibire un documento per poter portare un mazzo di fiori ai loro cari. Da tempo mancavo da questa città, l'ho trovata rimessa a nuovo, le strade del centro sono state ripavimentate, ci sono cantieri ovunque e molti palazzi restaurati fedelmente. Piazza Unità d'Italia già maestosa di suo -e unica piazza in Europa a vantare un lato affaciato al mare- è stata illuminata in maniera appropriata, ora anche di sera si presenta in tutta la sua eleganza. Passeggiando per la città la parlata dolce e cantilenante dei triestini mi avvolgeva e mi accompagnava fino al Molo Audace dove il 3 novembre 1918 approdò la prima nave -appunto l'Audace- che batteva la bandiera dell'Italia unita, è stato romantico osservare i fidanzati che si baciavano seduti sopra le bitte al calar del sole. Riparto il giorno dopo finalmente con il documento in tasca ..ma per l'ennesima volta con le date sbagliate, risolvero la cosa strada facendo spero.

sabato 26 maggio 2007

..si parte


..sono partito così, preparato ma non troppo come ogni volta del resto, si selezionano le cose da mettere nel bagaglio cercando di capire cosa potrà essere più utile o indispensabile, ma lo spazio stavolta era veramente poco. Le gomme di scorta legate sopra di tutto, un bauletto zeppo di pezzi di ricambio l'altro con macchine fotografiche e telecamere, nell'l'ultimo la tenda ed il sacco a pelo, nella borsa da serbatoio tutte le cartine, le mappe, i documenti, il passaporto zeppo di timbri e di visti in caratteri strani ..sembra il libretto del pane che teneva il fornaio nelle consegne a domicilio quando ero bambino. Niente spazio per l'abbigliamento ..andrà come andrà, si parte! Non c'era spazio nemmeno per qualche lettura, forse per un libro ma non aveva senso, in tre mesi di viaggio mi sarebbe bastato a tenermi compagnia si e no per i primi giorni. L'unica cosa da leggere è una lettera, sulla busta c'è scritto; ..se riesci aprila dopo la tua partenza.


La destinazione stavolta è la lontana Mongolia, terra dagli spazi infiniti e dalle genti fiere, almeno così l'ho sempre immaginata fin da bambino quando alla tv vidi uno sceneggiato che parlava di Temujin quell'uomo che sarebbe poi divenuto famoso al mondo con il nome di Gengis Kahn dando vita alla leggenda del Lupo Azzurro. La rotta che mi ci condurrà passa da Slovenia, Croazia, Ungheria, Romania, Ucraina, Russia fino agli Urali, la traversata dell'intera Siberia fino al Lago Bajkal poi da li tutta direzione Sud fino ad Ulaanbaatar ed il confine cinese, il ritorno sarà via Kazakhistahn ..ma di km di piste, steppe e deserti ne dovranno passare sotto le gomme nel frattempo.


"Viaggiatore è colui che parte anche soltanto per partire" diceva Budelaire, forse aveva ragione, alle genti che mi chiedono perchè ci vado rispondo per motivi di interesse culturale, etnico, geografico ..ma poi, ascoltandomi non posso nascondere che la forza che mi spinge è soprattutto la sensazione che si prova quando il vento ti accarezza la faccia mentre davanti agli occhi scorrono immagini che dificilmente si dimenticheranno. A volte mentre guido gli occhi mi lacrimano, dico sia il vento, poi mi accorgo che continuano a lacrimare anche quando mi fermo.. vorresti raccontare, descrivere, ma è difficile parlare quando si ha il mondo dentro, non riesco a rilasciare a parole quello che mi è entrato dagli occhi e si è intriso nel cuore, ed è allora che esce da solo diluito nelle lacrime..


Come sempre sarò solo in questa avventura, gli unici amici e compagni saranno le persone incontrate lungo il cammino, del resto viaggio significa non tanto il posto visitato ma le persone incontrate, viaggio è il tempo trascorso a percorrere la distanza che separa il punto di partenza dal punto di arrivo, esperienza così entusiasmante che a volte la meta perde significato rispetto al viaggio compiuto per raggiungerla.


Un abbraccio a tutti, Simone